Data: Venerdì 18 aprile 2025
Itinerario: Istanbul – Kabul – Mazar-i Sharif

Il viaggio verso l’Afghanistan inizia con un lungo scalo a Istanbul che ci ha permesso di fare un veloce giro tra Santa Sofia e la torre di Galata. È ormai l’una di notte quando ci imbarchiamo sul volo che ci porterà a Kabul e senza troppo stupore, constatiamo di essere gli unici occidentali. In fondo, sappiamo benissimo che l’Afghanistan non è (ancora) una meta turistica gettonata. 

Arrivo in Afghanistan: burocrazia, controlli e primi passi

La notte trascorre praticamente insonne e, poco prima dell’atterraggio, con gli occhi gonfi noi ragazze iniziamo a sistemarci il velo per coprire i capelli, come richiesto alle donne dalla legge del nuovo governo afghano. A differenza di alcune notizie circolate sui media, il burqa non è obbligatorio.

Sbarchiamo all’aeroporto internazionale di Kabul, tristemente celebre per i drammatici tentativi di fuga e l’attentato avvenuti nell’agosto 2021, e ci avviamo verso il controllo passaporti. Dopo un certo stupore da parte dell’agente di frontiera, che non capiva come mai pur venendo dall’Italia il nostro visto era stato rilasciato dall’ambasciata di Praga, otteniamo il timbro di ingresso nel Paese. 

Ci dobbiamo però subito fermare per altri controlli: dobbiamo compilare un modulo indicando i nostri dati, i motivi del viaggio, inviti e referenze afghane ufficiali. La burocrazia del nuovo governo ha qualche incertezza e i moduli vengono stracciati sotto i nostri occhi. Al loro posto ci viene rilasciato un piccolo cartoncino che dovremo portare sempre con noi per viaggiare ufficialmente in Afghanistan

Riusciamo finalmente a uscire dall’aeroporto e mettere piede sul suolo afghano giusto per il tempo necessario che ci serve per spostarci verso il terminal per i voli nazionali dove ci aspetta (letteralmente perché a causa dei controlli imprevisti siamo in clamoroso ritardo) il nostro aereo per Mazar-i Sharif, la quarta città più grande del Paese.

  • Tagliando d'ingresso
  • Mazar-iSharif

Mazar-i Sharif e Balkh: prime visite e impressioni

Arrivati in hotel, la nostra guida Asad ci consegna degli abiti locali che indosseremo per tutto il viaggio e ci permetteranno di non dare eccessivamente nell’occhio. Così vestiti iniziamo a visitare la città, girando per praticità in due automobili, una con guida a destra e l’altra con guida a sinistra. Scopriamo in questo modo il traffico senza regole delle strade cittadine: semafori, attraversamenti casuali e vettura senza targhe. La nostra guida ci tiene però a precisare che l’Afghanistan ha un tasso di incidenti stradali inferiore ad altre nazioni e, in effetti, nei dieci giorni trascorsi nel Paese non ne abbiamo visto nemmeno uno!

Attraversiamo i primi posti di blocco dove gentili “studenti” ben equipaggiati controllano passaporti e permessi. Uno di loro ci scorterà in tutte le visite del pomeriggio che iniziano dalla moschea Haji Piyada (o Noh Gonbad), considerata uno dei più antichi edifici islamici in Afghanistan. Costruita tra la fine dell’VIII e gli inizi del IX secolo, fu distrutta agli inizi del XIII secolo dall’imperatore mongolo Gengis Kahn. Camminiamo tra le colonne, oggi protette da una tettoia in metallo, che in passato erano sormontate da nove cupole e osserviamo la popolazione locale che affluisce verso la moschea per la preghiera del venerdì.

Ci spostiamo poi verso la città di Balkh e la sua Moschea Verde, così chiamata dal colore turchese delle sue piastrelle, costruita nel XV secolo secondo la tipica architettura timuride. A pochi passi dalla moschea si trova la tomba di Rabia Balkhi, la prima prima poetessa persiana vissuta nel X secolo. Proseguiamo la visita dei resti della madrasa di Jalal al-Din Rumi, teologo musulmano sunnita, conoscouto come uno dei massimi autori della letteratura mistica persiana. Prima di rientrare a Mazar-i Sharif, saliamo sui resti delle immense mura che in passato proteggevano la città di Balkh e che si estendono ancora oggi per chilometri.

  • Moschea Haji Piyada
  • Moschea Verde
  • Moschea Verde
  • Madrasa di Rumi
  • Mura di Balkh
  • Mura di Balkh

Un tramonto mancato alla Moschea Blu

Tornati a Mazar-i Sharif, visitiamo il sito della celebre Moschea Blu, dove si troverebbe secondo le credenze locali la tomba del califfo Ali, il primo Imam sciita. In quanto non musulmani, non possiamo entrare all’interno dell’edificio di culto, ma siamo più che contenti di poter osservare da fuori l’imponenza della costruzione le cui piastrelle turchesi non risplendono a causa del cielo insolitamente plumbeo. 

Camminando in questo luogo, avverto per la prima volta una sensazione che mi seguirà per tutto il viaggio: in quanto donna turista, seppur non credente, ho il privilegio di visitare questo luogo di culto che è invece precluso alle donne afghane.

La pioggia che inizia a cadere sottile, riflette il magone che mi stringe il cuore. 

Questo viaggio è stato organizzato da Oltre Travel.
Per maggiori informazioni consulta la pagina Instagram @oltre.travel

Autore

francescacocchi@hotmail.it

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