
Non avevo mai letto nulla di Carrère prima d’ora e so che non si dovrebbe iniziare a conoscere un autore partendo dalla sua ultima pubblicazione. Ma il titolo mi ha fin da subito affascinato e da buona divoratrice eclettica di libri ho deciso di avventurarmi in questa lettura.
All’inizio sono rimasta leggermente spaesata, proprio perché non conoscevo nulla di Carrère, ma arrivata all’ultima pagina del libro mi è quasi sembrato di salutare un caro amico di lunga data.
Nei capitoli di “Propizio è avere ove recarsi” Carrère realizza infatti un inconsapevole autoritratto e permette al lettore di immergersi a fondo nel processo creativo che ha portato alla nascita dei suoi romanzi e dei suoi film.
Quando leggerò, questa volta in lingua originale, “L’adversaire”, “Un roman russe” o “Limonov” – che già sono nella mia lista dei libri da leggere – terrò vicino a me la mia copia di Propizio è avere ove recarsi che, sono certa, si riempirà di numerosi altri post-it e annotazioni.