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R. Venturini, L’anno che a Roma fu due volte Natale

Dopo la tragica e improvvisa morte in mare di Mario, Alfreda ha iniziato ad accumulare cianfrusaglie nella sua piccola villa nel villaggio Tognazzi quasi a voler colmare il vuoto lasciato dalla scomparsa dell’amato marito. Alfreda soffre anche di allucinazioni e ogni notte vede comparire di fronte al suo letto i coniugi Vianello, la coppia più celebre della televisione, che lei stessa ha incontrato durante le estati in cui il villaggio ancora attirava i grandi personaggi dello spettacolo.

In una di queste visioni notturne, Sandra Mondaini rivolge ad Alfreda un’importantissima richiesta: portare a Milano la salma di Raimondo, sepolto al Verano, per permettere alla coppia di riunirsi anche dopo la morte. “Alfreda, che col marito non avrebbe più potuto ricongiungersi per forza di cose, quella scorrettezza proprio non riusciva a tollerarla” e costringe il figlio Marco a realizzare questo suo ultimo desiderio.

Marco, un ragazzo fragile, drogato e legato profondamente alla madre, non ha dubbi e si prepara a soddisfare questa richiesta in un’impresa che coinvolge anche Carlo, il vecchio pescatore che era sulla stessa barca da cui Mario è caduto in mare, ed Er Donna che ha trovato in Alfreda un’amica e una seconda madre.

“L’anno che a Roma fu due volte Natale” è una tragicommedia popolare, caratterizzata da una commistione tra comico e malinconico, ironico e grottesco, che dà vita a un racconto così surreale da poter quasi sembrare vero.

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Informazioni su Francesca Cocchi

Lettrice incallita fin da tenera età, ho trasformato i libri nella mia più grande passione. Vengo da un piccolo paesino sperduto tra i monti, amo viaggiare e sono ancora alla ricerca della mia strada. Nel frattempo, continuo a camminare facendo tappa in librerie e biblioteche per cercare libri che mi facciano compagnia.
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