Adelphi

Plutarco, Amatorius

Plutarco (46 d.C. – 127 d.C.) è stato – per usare le parole di Carlo Diano nel suo articolo “Ritorno a Plutarco” (1968) – un biografo dei grandi, un intelligente e umano custode della sapienza di Delfi e un filosofo apprezzato dai contemporanei. Plutarco è oggi conosciuto e letto per le 22 coppie di biografie note come Vitae parallelae e per i Moralia, una raccolta di trattati filosofici di argomento miscellaneo che si sono attestati come corpus vero e proprio solo a partire dal XIII secolo.

L’Amatorius (Ἐρωτικός), tradotto in italiano con il titolo “Sull’amore”, è un trattato dei Moralia dedicato al rapporto tra l’amore efebico e l’amore coniugale nel quale Plutarco dibatte su un tema che diventerà cruciale con l’avvento del Cristianesimo. L’opuscolo plutarcheo attesta una fase di transizione da un’età (post)classica caratterizzata dalla superiorità dell’amore efebico all’età cristiana che porterà alla sua repressione a favore dell’amore coniugale. Nell’Amatorius si instaura inevitabilmente un confronto con la tradizione letteraria precedente, dai lirici fino ai modelli platonici di riferimento quali il Fedro e il Simposio, che rende ancor più evidente la moderna concezione dell’amore secondo Plutarco.

Amore efebico e amore coniugale

L’Amatorius si apre con un dialogo, dalla forma quasi teatrale, tra Flaviano e Autobulo, uno dei figli di Plutarco, che rievoca un racconto fattogli dal padre. Questa breve cornice narrativa consente di contestualizzare il trattato: Plutarco si era recato a Tespie insieme alla moglie Timossena in occasione delle feste quadriennali dedicate a Eros. Dopo aver compiuto un sacrificio in onore del dio dell’amore, Plutarco e la sua compagnia si erano poi spostatati in un’amena località presso il monte Elicona, dove si erano imbattuti in due tespiesi che avevano coinvolto i presenti in una discussione sulle sorti dell’adolescente Baccone. Il giovane, infatti, oltre a essere desiderato da molti uomini aveva attirato anche l’attenzione della vedova Ismenodora che si era innamorata di lui e lo aveva rapito con l’intenzione di sposarlo.

L’episodio dà avvio a un intenso dibattito che mette a confronto l’amore efebico e l’amore coniugale e riflette sull’emergere di una nuova concezione dell’amore. Secondo i sostenitori dell’amore efebico, solo quest’ultimo sarebbe in grado di sviluppare tra i due amati la philia, ovvero un’intima fusione tra gli amanti, mentre il matrimonio avrebbe come unico scopo la procreazione. Al contrario, i sostenitori dell’amore coniugale sottolineano che solo nell’unione tra uomo e donna si troverebbe quella grazia celebrata dagli antichi e un Eros guidato dalla ragione.

L’Amatorius e una moderna concezione dell’amore

Plutarco, sollecitato a intervenire per rispondere ad alcune questioni filosofiche relative alla natura divina di Eros, offre un punto di vista conciliatorio per i due amori: le numerose citazioni tratte dai lirici e da Platone a favore dell’amore efebico sono bilanciate dalla sua personale posizione di esaltazione dell’amore coniugale. Per Plutarco, infatti, nell’amore tra uomo e donna Eros e Afrodite agiscono insieme e uniscono il piacere fisico all’armonia e all’affatto reciproco.

Il matrimonio diventa quindi l’unione di due persone che si amano e la donna trova una nuova valorizzazione e diventa una figura capace di virtù e dotata di saggezza, intelligenza, senso di giustizia e fedeltà. Questa moderna concezione dell’amore coniugale trova la sua conferma nell’amore reciproco tra Plutarco e la moglie Timossena, un matrimonio che rappresenta un’eccezione in un periodo storico caratterizzato da matrimoni combinati nei quali la donna era relegata alla gestione della sfera domestica.

L’Amatorius non può quindi che concludersi con la felice notizia della celebrazione delle nozze tra il giovane e inesperto Baccone e la matura Ismenodora, una coppia che nell’esaltazione dell’amore coniugale conserva ancora un tratto caratteristico dell’amore efebico. Infatti, come l’amatore vantava una maggiore età rispetto all’amato, così Ismenodora si presenta come la figura matura capace di guidare Baccone nella vita adulta.

Bibliografia

Plutarco, Sull’amore, traduzione e note di Vittoria Longoni, introduzione a cura di Dario Del Corno, Adelphi, 20076

Plutarco, Tutti i Moralia, Bompiani, 2017.

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Informazioni su Francesca Cocchi

Lettrice incallita fin da tenera età, ho trasformato i libri nella mia più grande passione. Vengo da un piccolo paesino sperduto tra i monti, amo viaggiare e sono ancora alla ricerca della mia strada. Nel frattempo, continuo a camminare facendo tappa in librerie e biblioteche per cercare libri che mi facciano compagnia.
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