Adelphi

V. Nabokov, Fuoco pallido

Fuoco pallido, edizione Adelphi

Fuoco pallido (Adelphi) è un capolavoro di invenzione metaletteraria che sfrutta l’originalità della struttura per prestarsi a diversi livelli di lettura e interpretazione. È un romanzo che presenta la forma di un’edizione critica di un poema in quattro canti accompagnato da un ampio e dettagliato commento; ma allo stesso tempo è la parodia di commentatori narcisisti che nei loro lavori danno risalto al proprio ego, mettendo in secondo piano l’opera commentata.

Quando il commento diventa romanzo

Fuoco pallido è il titolo del poema autobiografico composto da John Shade, professore presso il college americano di New Wye, città di fantasia idealmente collocata sulla costa atlantica. Nei novecentonovantanove versi in distici eroici, il professor Shade ripercorre la propria vita reinterpretandola in chiave filosofica e chiude il suo capolavoro con una riflessione sulla morte che di fatto risulta anticipatoria, in quanto il poeta muore poco dopo aver ultimato il poema.

L’edizione critica e il commento del poema sono affidati Kinbote, collega e grande ammiratore di Shade, che credeva di ritrovare nei versi di “Fuoco pallido” la trasposizione poetica della storia di Zembla, sua terra di origine, da lui minuziosamente raccontata al professore americano. La delusione nello scoprire che il tema del poema è completamente diverso da quello che si aspettava, non frena però l’eccentrico Kinbote dal ricercare tra i versi riferimenti nascosti a Zembla. Le note al poema si fanno quindi sempre più approfondite, ma sempre più distanti dal reale contenuti dei versi e il commento diventa di fatto un’opera a sé stante che parla di Charles II, ultimo re di Zembla, costretto da una congiura a fuggire dalla propria patria per cercare rifugio in un’anonima cittadina americana.

 

Realtà o finzione metaletteraria?

Il genio letterario di Nabokov, presente nel testo sia come autore, sia nei due alter-ego letterari da lui creati, risiede nella capacità di guidare il lettore attraverso i diversi piani di lettura, senza però dare una risposta agli interrogati che continuano a emergere pagina dopo pagina: chi è davvero Kinbote? La storia da lui raccontata nel commento è reale o è l’invenzione di un pazzo? John Shade è realmente esistito o è una proiezione della mente annebbiata di Kinbote? Fuoco pallido è stato scritto da Shade o è una finzione letteraria creata da Kinbote?

 

«Benché le note, seguendo la consuetudine corrente, siano in appendice al poema, raccomando al lettore di leggerle per prime, poi di studiare il poema con il loro sussidio, rileggendole, naturalmente, a mano a mano che si procede nel testo, e infine, dopo aver terminato il poema, di rileggerle una terza volta per farsi un quadro completo.»

Fuoco pallido, edizione Adelphi accompagnato dalla citazione finale che conclude l'articolo
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Informazioni su Francesca Cocchi

Lettrice incallita fin da tenera età, ho trasformato i libri nella mia più grande passione. Vengo da un piccolo paesino sperduto tra i monti, amo viaggiare e sono ancora alla ricerca della mia strada. Nel frattempo, continuo a camminare facendo tappa in librerie e biblioteche per cercare libri che mi facciano compagnia.
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