“Il libro delle parole altrimenti smarrite” di Sabrina D’Alessandro è un libro imperdibile per gli amanti della lingua italiana, ogni pagina è la scoperta – almeno del mio caso – di nuove parole.
Il fascino di questo saggio non sta però solo nel contenuto, ma anche nella sua accurata costruzione che permette di leggerlo come una sorta di dizionario, spulciando qua e là, oppure come un vero e proprio libro.
Le parole sono infatti raggruppate in otto capitoli tematici, in ognuno dei quali il termine della pagina sinistra è accoppiato con quello della pagina destra per permettere una lettura continuativa che consente di avere grandi sorprese.
Nella lettura ci si imbatte quindi nel “ventisettàio inguiderdonato”, ovvero un delle numerose attività svolte da uno “scopamestieri”; si scopre anche che un “cacchióne” può essere “rorante” e che una “redamazione” può essere flagrante.
Si scopre anche che se di notte la donna fa un “ìncubo”, l’uomo fa invece un “sùccubo”.
Sùccubo: sost. Demonio che, assumendo l’aspetto di donna, si accoppiava di notte con gli uomini.
ìncubo: sost. Demonio che, assumendo l’aspetto di uomo, si accoppiava di notte con le donne.