Una telefonata inaspettata costringe l’Arminuta, diventata una distinta professoressa, a un nuovo ritorno alle origini da cui ha, con fatica, cercato di allontanarsi. Il precipitoso viaggio notturno da Grenoble a Pescara diventa quindi l’occasione per un lento percorso a ritroso nei ricordi di una vita di separazioni e abbandoni, ma anche di apparizioni improvvise, come quelle di Adriana.

Adriana è la sorella con cui ha “spartito un’eredità di parole non dette, gesti omessi, cure negate. E rare, improvvise attenzioni”. È la sorella che porta scompiglio, come quando compare tremante e in fuga con il figlio Vincenzo tra le braccia, ma che sa anche scrutare a fondo nella realtà e intravede le crepe sottili nel rapporto tra l’Arminuta e Piero.

Adriana rappresenta il prepotente legame con la vita vera, quella che lei ha trovato a Borgo Sud, un microcosmo separato dove valgono altre regole e il tempo scorre più lento per conservare indelebili le tracce del passato.

Percorrendo le vie di Borgo Sud, l’Arminuta recupera frammenti di ricordi che lentamente si ricompongono in un perfetto mosaico che le consente di scoprire cosa è accaduto realmente alla sorella e che le permette di fare finalmente pace con il proprio passato.

Il ricordo è una forma di recriminazione. È il perdono che non trovo

Autore

francescacocchi@hotmail.it

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