Bompiani

G. Caminito, L’acqua del lago non è mai dolce

L’acqua del lago non è mai dolce (Bompiani, 2021) di Giulia Caminito è stato finalista del Premio Strega e Vincitore del Premio Campiello nel 2021.

Le acque scure e limpide del lago di Bracciano riflettono i capelli di fuoco di Gaia, uguali a quelli della madre Antonia la Rossa che con determinazione e coraggio ha trascinato la sua famiglia lontano da Roma, con la speranza di poter avere un futuro. Antonia insegna ai propri figli a reagire ai torti subiti, ma vuole per loro un vita diversa dalla sua e per questo si impone con forza nelle scelte di vita di Gaia che non può fare altro che obbedire.

Gaia prende il treno ogni giorno per andare a scuola, si applica sui libri fino a tarda notte, diventa la studentessa modello con il massimo dei voti; ma le piace anche sparare e le si accendono gli occhi quando è circondata dalla violenza, a cui lei stessa ricorre per non piegarsi alle ingiustizie. Vorrebbe somigliare alle sue coetanee, ma allo stesso tempo non riesce rinunciare a sé stessa, alla sua storia di sacrifici e lotte per ottenere quello che per gli altri è scontato.

Proprio nel momento in cui Gaia sembra aver preso in mano la propria vita, tutto cade nuovamente a pezzi. “Ci hai mai pensato all’acqua? Dicono acqua dolce, ma è una bugia. Questa acqua ha il sapore della benzina, quando avvicini l’accendino prende fuoco.” Il rosso dei capelli di Gaia diventa un tutt’uno con il fuoco che distrugge e non dà possibilità di ricostruire.

Le mie parentesi quadre sono vuote, non ho radici latine, sanscrite, francesi, non ho prefissi o suffissi, sono una definizione mancata.

Taggato , ,

Informazioni su Francesca Cocchi

Lettrice incallita fin da tenera età, ho trasformato i libri nella mia più grande passione. Vengo da un piccolo paesino sperduto tra i monti, amo viaggiare e sono ancora alla ricerca della mia strada. Nel frattempo, continuo a camminare facendo tappa in librerie e biblioteche per cercare libri che mi facciano compagnia.
Vedi tutti gli articoli di Francesca Cocchi →

Lascia un commento