Einaudi

D. Foster Wallace, Brevi interviste con uomini schifosi

Brevi interviste con uomini schifosi

“Brevi interviste con uomini schifosi” (“Brief Interviews with Hideous Men” nell’originale inglese) è una raccolta di 23 tra saggi e racconti scritti da David Foster Wallace nel 1999. L’opera è stata pubblicata in Italia da Einaudi nella traduzione di Ottavia Fatica e di Giovanna Granato, con l’introduzione di Fernanda Pivano. La prima edizione italiana, comparsa nel 2000, contava solo venti capitoli ed è stata successivamente ampliate in una nuova edizione integrale accompagnata anche un saggio del 2008 di Zadie Smith.

Brevi interviste: a domanda risponde

Le “Brevi interviste con uomini schifosi” si presentano come brani di domane e risposte, secondo la tecnica narrativa del «a domanda risponde», nei quali diversi uomini schifosi rispondono ai quesiti di un’anonima intervistatrice. Wallace non riporta le domande poste dalla donna, ma la sua personalità e la sua storia riescono a emergere dalle riposte degli interlocutori, tanto che, alla fine, lei può essere considerata la vera protagonista di questi capitoli. Nelle brevi interviste emerge il racconto della meschinità di personaggi viscidi, intrappolati nelle loro perversioni, in inquietanti idali di violenza e in una misoginia intrinseca.

La tagliente ironia con cui Wallace dipinge queste figure un po’ goffe e abituate a continui fallimenti in campo amoroso sfocia in uno humor macabro e il senso di ribrezzo suscitato dalle interviste finisce per diventare una calamita. Il lettore, infatti, davanti al racconto di stupri e perversioni sessuali vorrebbe forse chiudere il libro, ma allo stesso tempo non riesce a staccare gli occhi dalla pagina e continua a leggere, spinto dalla curiosità di capire quanto grande può essere il disgusto suscitato da questi uomini schifosi.

Il genio letterario di Wallace

Nel volume, le brevi interviste si alternano a racconti e saggi che contribuiscono a offrire un ritratto accurato del vasto panorama della società americana. Lo sguardo critico – e a tratti cinico –  di Wallace è infatti capace di penetrare a fondo nelle sfumature della vita umana e di creare scene così estreme da non poter essere che vere: la persona depressa che porta la terapeuta al suicidio, il giovane che all’improvviso ricorda nella sua infanzia un episodio di pedofilia, il padre che in punto di morte esterna l’odio nei confronti del figlio, la moglie alle prese con le incertezze di una crisi coniugale.

Wallace è uno scrittore che sa giocare con il linguaggio per esplorarne tutte le potenzialità narrative e ne dà un’egregia prova anche in “Brevi interviste con uomini schifosi”. Il capitolo “Datum Centurio” riporta le pagine di un vocabolario del 2096 dedicate al lemma “date” (inglese per “incontro amoroso”) e alle sue diverse accezioni; “Ottetto” è l’esperimento fallito di uno scrittore di comporre un ciclo narrativo composto da otto «quiz a sorpresa»; “Mondo adulto (II)” è la schematica struttura di un possibile futuro racconto su un episodio della vita di coppia di Jeni Roberts.

L’opera si arricchisce in questo modo di spunti metaletterari e di riferimenti che spaziano dalla cultura pop americana alla tradizione classica, come nel brano “Tri-Stan: per i soldi ho dato Sissie Nar a Ecko”, una rivisitazione in chiave futuristica della mitologia greco-latina.

Il dono di David Foster Wallace

David Foster Wallace è uno di quei tanti autori che avrei voluto incontrare prima nella mia carriera lettrice (l’ho scoperto di recente grazie a una persona a me molto cara che mi ha suggerito di leggere “Considera l’aragosta), ma di fronte al quale mi sento ancora impreparata e inadeguata. “Brevi interviste con uomini schifosi” è un testo difficile e denso sia per stile che per contenuto e per comprendere a fondo la genialità di ogni brano è necessaria una lettura attenta, capace di cogliere tutti i piani di lettura che Wallace riesce a condensare in ogni pagina.

Zade Smith scrive nel suo saggio introduttivo: «In una cultura che priva quotidianamente della capacità di usare l’immaginazione, il linguaggio e il pensiero autonomo, una complessità come quella di Dave è un dono. […] Ogni parola che cerchiamo sul dizionario, ogni tortuosa nota che seguiamo a piè di pagina, ogni concetto che mette a dura prova cuore e cervello: tutto contribuisce a spezzare il ritmo dell’assenza di pensiero – e ci vediamo restituire i nostri dono».

Ecco, poter leggere David Foster Wallace è un dono.

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Informazioni su Francesca Cocchi

Lettrice incallita fin da tenera età, ho trasformato i libri nella mia più grande passione. Vengo da un piccolo paesino sperduto tra i monti, amo viaggiare e sono ancora alla ricerca della mia strada. Nel frattempo, continuo a camminare facendo tappa in librerie e biblioteche per cercare libri che mi facciano compagnia.
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